Il diritto al consumo dei pasti gratuiti durante l’orario di lavoro: Linee guida per il personale appartenente alle forze armate.
Questo articolo “Consumo dei pasti durante l’orario di lavoro” fa parte della nostra raccolta Trattamento Economico. Un compendio (non ufficiale) che è stato redatto per fornire al personale delle forze armate e di polizia un ausilio per la consultazione delle disposizioni vigenti.
Quando si tratta del consumo dei pasti durante l’orario di lavoro, esistono regole specifiche e considerazioni particolari, soprattutto per il personale militare. Approfondiamo i dettagli:
1. Principi generali
- Durata del pasto: Il tempo trascorso a consumare un pasto, anche se volontariamente saltato da un individuo, non viene conteggiato come orario di lavoro.
- Pasti gratuiti: Il diritto ai pasti gratuiti è subordinato alla durata effettiva del servizio (escludendo la pausa di 30 minuti prevista). In particolare:
- Per il pranzo, il servizio deve protrarsi almeno un’ora oltre le 14:00.
- Per la cena, il servizio deve protrarsi almeno un’ora oltre le 19:00;
- Nessuna durata minima di lavoro: A differenza di altri dipendenti, il personale militare non ha bisogno di una durata minima di lavoro per avere diritto ai pasti gratuiti. L’importante è essere presenti durante fasce orarie specifiche.
- Fascia oraria fissa: La fascia oraria designata per il diritto ai pasti è stabilita in base a criteri funzionali per l’efficiente organizzazione militare e non può essere modificata in base a cambiamenti nell’orario di servizio.
2. Attività alternativa durante la Pausa Pranzo
- Altre attività: Le pause pranzo possono essere destinate ad altre attività su richiesta, a condizione che non contribuiscano all’orario di lavoro. Tuttavia, ciò comporta la rinuncia al diritto ai pasti gratuiti.
- Esclusione di responsabilità: Chi opta per attività alternative durante la pausa pranzo deve firmare una liberatoria per esonerare l’amministrazione da responsabilità in caso di incidenti.
- Valutazione del comandante: I comandanti devono verificare che le attività alternative siano compatibili con le priorità di servizio e contribuiscano al recupero fisico e mentale durante la pausa.
3. Permessi e compensazioni
- Orari flessibili: L’adozione di un orario flessibile (ad esempio, iniziare alle 7:00 anziché alle 8:00) per un’intera unità non modifica l’orario per il diritto ai pasti (che rimane alle 15:30, non anticipato alle 14:30).
- Recupero compensativo: I permessi per attività alternative durante la pausa pranzo non richiedono recupero compensativo, tranne per i turni giornalieri regolari.
- Richieste anticipate: Il personale interessato deve presentare richieste con congruo anticipo per consentire le necessarie modifiche amministrative.
4. Decurtazione delle ore
- Personale che non ha diritto alla consumazione del pasto: Se il personale sceglie di consumare un pasto (senza averne diritto), la pausa di 30 minuti deve essere detratta dall’orario di servizio.
Spero che questo articolo abbia chiarito eventuali tuoi dubbi, in caso contrario non esitare a contattarci!
Fonti normative:
– Decreto Ministeriale del 25 settembre 1990;
– M_D E0012000 REG2017 0052745 in data 15 marzo 2017;
– Direttiva SME 8002;
– Direttiva SMM PERS-004;
– Direttiva SMA ORD-011.
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